sarebbe fondamentale e di contorno a tutto il progetto sopra descritto, in quanto la zona che verrebbe destinata all’allevamento si sviluppa tra i due sentieri principali della proprietà di DBD. I visitatori indirizzati agli svaghi sopra illustrati si ritroverebbero ad ammirare, protetti da un’adeguata recinzione lungo il sentiero panoramico, questi animali che al di là della loro straordinaria naturalezza faranno da premessa per tutti gli altri animali che troveranno nella fattoria didattica sulla cima del Monte Maggiore. Mentre il sentiero a sud, lungo circa 2,5 km, rimarrà a disposizione per il fabbisogno degli animali.
L’asino è un’animale di grande utilità per il trasporto dei prodotti dei campi e per i lavori agricoli, è il mezzo di trasporto più ecologico, rappresenta un elemento costituente dell’identità agreste. Oggi, il somarello non assolve solo a mansioni legate al lavoro nei campi, ma diviene protagonista di attività terapeutiche, ludiche e di educazione ambientale. Sono numerose le attività e gli obiettivi che si possono raggiungere con un allevamento di asini:
Per costruire un piccolo allevamento di asini dispongo di un terreno da recintare di dimensioni idonee al numero di capi che intendo allevare (almeno 300 mq a capo) e dispongo di un ricovero/stalla da ristrutturare coperto e riparato, dotato di mangiatoia e abbeveratoio di dimensioni adeguate (10 mq per capo).
L’allevamento degli asini è, per sua natura, in grado di offrire molteplici prodotti e servizi, quali la carne, il latte e i prodotti derivati, il lavoro e il letame.
E’ da questi prodotti che intendo in parte conseguire un beneficio economico il quale, a sua volta, unito alla mia passione determinerà lo sviluppo dell’attività zootecnica.
Non vanno poi dimenticati i molteplici servizi indiretti che l’animale e l’allevatore insieme sono in grado di offrire alla comunità, servizi che nonostante non comportino un ritorno economico immediato, assumono un’importanza crescente.
Fra questi tendo ad un’azione di:
Conservazione della biodiversità animale e vegetale d’interesse “produttivo-tradizionale” e del relativo germoplasma – infatti, nel momento in cui impiegherò i cosiddetti ‘tipi genetici autoctoni’ (TGA), al posto delle razze selezionate di elevata attitudine produttiva, tenterò di mantenere in situ un prezioso patrimonio genetico, a scapito di produzioni economicamente più redditizie, rendendo così un servizio insostituibile all’uomo e alla natura.
E’ opportuno ricordare infatti, che dall’analisi dei parametri demografici dei ‘tipi genetici autoctoni’ allevati in Italia (complessivamente 140), molti risultano a rischio genetico critico o danneggiato e quindi in reale pericolo di estinzione. In Toscana sono tali il suino Cinta Senese e l’Asino dell’Amiata. La sopravvivenza di queste popolazioni è dunque strettamente legata al mantenimento dell’attività zootecnica nelle aree meno produttive, dove queste razze rustiche, con il loro patrimonio genetico, riescono maggiormente ad adattarsi.
Conservazione dell’ambiente e della biodiversità animale e vegetale d’interesse naturalistico, infatti l’animale allevato allo stato brado e semibrado, che utilizza il terreno quale fonte di alimentazione, può controllare l’evoluzione della vegetazione attraverso la brucatura dell’erba e degli arbusti, il rilascio di urina e di feci, il calpestamento delle piante e del suolo. In tal modo, si contrasta l’invasione delle piante arbustive e arboree, si limita l’espansione di specie erbacee di scarso valore alimentare e si favorisce la sovrapposizione di più specie vegetali e animali, con l’incremento del loro numero complessivo per unità di superficie.
Conservazione del paesaggio e della vocazione turistica e ricreativa. L’animale, l’alternanza di prati, di abbeveratoi, di arbusti e piante, rappresentano elementi fondamentali e, talvolta unici di richiamo per coloro che cercano nuovamente il “contatto” con la natura. E’ proprio in questi ambienti, localizzati in zone montane o in altre aree con maggiore valenza naturalistica, che l’animale, sotto lo stretto controllo dell’allevatore, può svolgere al meglio le sue funzioni “secondarie” trasformandosi così, da mero strumento di produzione in insostituibile strumento ecologico, di gestione del territorio e di conservazione genetica.
Tutte doti che si richiedono per tali servizi. Al trotto essi raggiungono una discreta velocità e il ritmo si mantiene costante, per notevoli percorsi rimangono briosi ed eleganti. Un tempo erano preferiti da “lattaioli”, venditori ambulanti, piccoli proprietari agricoli, erano molto ricercati e sul mercato spuntavano prezzi elevati. Oggi, venuta meno l’importanza dei lavori agricoli e dei trasporti, il cavallo di Monterufoli si presta ottimamente come “cavallo ricreativo”, per il tiro di calessini o simili, oppure per uso da sella in maneggi e parchi attrezzati soprattutto per principianti e bambini. Le caratteristiche di questa razza sono la piccola mole (altezza media al garrese del cavallo adulto cm 139); la estrema rusticità (vive tutto l’anno allo stato completamente brado senza necessità di alcun ricovero) e la grande frugalità (si nutre esclusivamente di erbe spontanee, di arbusti e ricacci della macchia mediterranea).
DBD ha sede in Farneta, una piccola frazione del paesino di Ripafratta nel comune di San Giuliano Terme, a circa 1 km in linea d’aria dalla via dell’Immagine, ai piedi di Monte Maggiore, dove iniziano le proprietà di DBD e dove è possibile sviluppare il progetto sopra descritto. Detta sede si trova in un punto strategico rispetto al monte (vicinissimo alla stazione ferroviaria di Ripafratta) in quanto è servita da sentieri del C.A.I. che permettono di arrivare in tutte le direzioni storiche e panoramiche rappresentate nel presente progetto e grazie agli asini e ai cavallini sarà possibile percorrere il giro completo del monte fino a raggiungere la cima dove potranno trovare spazi e aree attrezzate sopra citate.